Prosegue l’azione di divulgazione del progetto Intrecci di Vita 2.0 per promuovere l’antica arte tessile calabrese su tutto il territorio regionale con il quarto appuntamento seminariale organizzato dall’Azienda Regionale per lo Sviluppo dell’Agricoltura Calabrese presso il Centro Sperimentale Dimostrativo di Lamezia dal titolo “Tessitura tra tradizione e innovazione, un percorso possibile”. Tanta la partecipazione da parte di tessitrici e appassionati del settore che hanno potuto visitare la vasta esposizione dei manufatti realizzati durante il percorso formativo dalle donne che partecipano al progetto. Uno spazio è stato dedicato ai prodotti realizzati con l’uso di ritagli tessili riciclati, una pratica di sostenibilità promossa da Intrecci di Vita 2.0, che vuole contrastare la moda usa e getta a favore del recupero e riuso creativo di capi e accessori. Diversi i temi affrontati dalle divulgatrici ARSAC dei CSD Un importante momento di approfondimento sulla storia e l’evoluzione dell’arte tessile tradizionale calabrese, passando per tutte le fasi della filiera agrotessile, incluse le pratiche ecosostenibili di colorazione naturale, un patrimonio di inestimabile valore storico e culturale per la nostra regione recuperato e valorizzato dall’ARSAC. Un altro tema discusso quello della sostenibilità, con riferimento agli impatti sociali e ambientali dell’industria tessile che richiedono una inversione urgente dei processi e delle tecnologie del settore verso pratiche più sostenibili per l’ambiente e le comunità. Occore anche una nuova educazione verso prodotti naturali, una nuova cultura. A conclusione, le testimonianze delle tessitrici che partecipano al progetto Intrecci di Vita 2.0, che con passione ed entusiasmo hanno acquisito competenze specifiche sulla tessitura che stanno mettendo in pratica attraverso tirocini professionalizzanti in aziende del settore. Le parole della tessitrice Noemi sintetizzano il denso del progetto: “Avevo un sogno nel cuore che si è realizzato, ora credo di avere anche un mestiere tra le mani”.