Nel rispetto della convenzione stipulata tra la Regione Calabria e l’ARSAC relativa al Progetto “Ripopolamento delle acque interne della Regione Calabria” lo scorso 28 luglio, si è proceduto al rilascio di circa ottocento avannotti di trota fario, nel torrente Camigliati nel comune di Spezzano della Sila (CS).
Ma come si è arrivati nel Centro Sperimentale Dimostrativo di Molarotta ad ottenere questi avannotti di trota fario?
Da alcuni anni, e fino al 2017, l’impianto ittiogenico del Centro, era stato temporaneamente chiuso. Nel 2018 l’ARSAC ha formato venti dipendenti del CSD di Molarotta che hanno conseguito l’attestato all’uso di tecniche di elettropesca per il prelievo di salmonidi allo scopo di ricerca scientifica e sperimentazione. Tale personale è stato regolarmente autorizzato dalla Regione Calabria ad eseguire questa attività previa comunicazione della data e del torrente dove si sarebbe svolta la tentata cattura degli esemplari adulti di trota fario. Dei circa 50 riproduttori attualmente allevati nel Centro di Molarotta, quasi tutti provengono dal torrente Neto e Camigliati. E, proprio in quest’ultimo, quasi a restituire gli adulti prelevati a scopo di ricerca, sono stati rilasciati gli avannotti. La fase iniziale dell’allevamento degli esemplari adulti di trota fario è risultata delicata per il difficile adattamento degli esemplari adulti alla nuova alimentazione basata sull’impiego di specifici mangimi, sia galleggianti che di fondo. Lo scorso anno si è provveduto a ripopolare, con circa trecento trotelle, un laghetto all’interno del Centro.
Il 19 gennaio scorso il personale del CSD di Molarotta, ha eseguito la fecondazione artificiale utilizzando femmine e maschi adulti in rapporto di 3:1. Mediante l’esecuzione di delicati massaggi medio ventrali eseguiti sulle femmine, è avvenuto il rilascio delle uova che sono state raccolte in una bacinella. Nello stesso modo si è operato con i maschi in modo da mescolare il loro sperma, con le uova.
Per facilitare tale operazione, con l’ausilio di una piuma, delicatamente, si è proceduto ad amalgamare il tutto con l’aggiunta di poca acqua proveniente dalla stessa sorgente dove saranno poste le uova. Dopo circa 10-15 minuti di riposo, durante i quali è avvenuta l’attivazione delle uova, esse sono state lavate e poste su appositi setacci immersi nell’acqua corrente proveniente dalla nostra sorgente aziendale. Le femmine riproduttrici, che in questa prima fase non avevano rilasciato le uova, sono state successivamente fecondate dopo circa 25 giorni. Quotidianamente, per circa due mesi, l’operaio addetto all’impianto, servendosi di una piuma ed una pinzetta, provvede ad allontanare dall’intera massa, le uova non fecondate, che risultano facilmente riconoscibili perché di colore bianco.
Successivamente, il 25 marzo è avvenuta la schiusa delle uova con la fuoriuscita degli avannotti ancora avvolti nel sacco vitellino. Per circa un mese i giovani avannotti di trota fario, si sono alimentati delle sostanze nutritive contenute nel sacco vitellino per poi passare gradualmente ad essere alimentati con mangime specifico.
Il giorno del rilascio, avvenuto il 28 luglio 2021, con l’ossimetro portatile sono state rilevate le percentuali di saturazione dell’ossigeno nelle vasche dell’avannotteria, delle trote adulte e del torrente Camigliati nel punto dove è stato effettuato il ripopolamento. I valori rilevati sono stati rispettivamente, del 65,8%, del 62,9% e del 75,2 nel torrente Camigliati.
Il trasporto degli avannotti, dal Centro di Molarotta al punto di rilascio nel Camigliati, è avvenuto in un’apposita vasca da 200 litri dotata di una bombola di ossigeno da 2 litri che, considerato la breve distanza percorsa e, verificata la percentuale di ossigeno, non è stato necessario utilizzare. Per continuare l’opera di ripopolamento nel prossimo autunno, si provvederà a richiedere alla Regione Calabria, l’autorizzazione alla cattura di altri riproduttori.
Dr. Maurizio Turco
Direttore del Centro Sperimentale Dimostrativo Arsac di Molarotta