Il Centro Sperimentale Dimostrativo Arsac di Val di Neto è ubicato in agro di Rocca di Neto in località “Cupone” e si estende su una superficie di circa 62 Ettari. Nel Centro vengono svolte diverse attività sperimentali riguardanti la cerealicoltura, il vivaismo, la zootecnia e la foraggicoltura.
Nell’ambito del progetto “Salvaguardia Biodiversità Vegetale e Animale e Sistema di Vigilanza Aziende Biologiche Calabria”, approvato con Deliberazione n. 88 del 13 giugno 2018, l’Arsac ha avviato diverse attività tra cui quelle portate avanti dal CSD Val di Neto, che hanno riguardato essenzialmente la zootecnia e la cerealicoltura. In campo zootecnico, da diversi anni ormai, all’interno del CSD vengono svolte attività di allevamento di bovini di razza Podolica.
La Podolica è una razza bovina, presente oltre che in Calabria, anche in altre regioni del sud Italia. Il bovino podolico si caratterizza per la sua capacità di adattamento e per la rusticità, che gli consente di adattarsi in molteplici condizioni ambientali, anche molto difficili, pascolando su suoli poveri o negli arbusteti. L’allevamento della Podolica avviene in ambienti marginali e poco fertili, dove si sono mantenuti i sistemi di allevamento tradizionali, basati su un ridotto carico di bestiame per superficie, un modesto impiego di imput produttivi e una prevalente utilizzazione dei pascoli naturali.
Lo scopo principale del “Progetto” è quello di mettere in atto opportune strategie per la salvaguardia della biodiversità del bovino podolico di ceppo calabrese. La salvaguardia di specie o razze animali a rischio di estinzione e, quindi, la tutela della biodiversità animale, sono di fondamentale importanza, ma per raggiungere questi obiettivi bisogna evitare la perdita della biodiversità stessa, causata dalla elevata incidenza di consanguineità che viene a crearsi all’interno di popolazioni animali ristrette e relegate in aree relativamente circoscritte.
L’obiettivo del progetto è, pertanto, duplice: da un lato, si tenta di ovviare al fenomeno di erosione delle risorse genetiche animali; dall’altro, di definire un’azione finalizzata all’incremento ed alla diffusione di una specie considerata a rischio di estinzione. I bovini di razza podolica sono da considerare un vero e proprio bene ‘culturale’, cioè un patrimonio connaturato e connesso all’antropizzazione dell’ambiente peculiare di quella determinata ‘nicchia ecologica’. La riduzione o l’assenza di variabilità genetica comporta una diminuzione (o scomparsa, nei casi estremi) della capacità omeostatica o di autogoverno del sistema biologico, con il rischio di perdere informazioni che non sono più recuperabili.
La diversità biologica deve essere considerata, anche ai fini della produzione di ‘beni materiali’ o `servizi’, quali, ad esempio, i servizi di gestione e presidio ambientale di aree geografiche altrimenti destinate a essere abbandonate, con tutti gli effetti conseguenti. Pertanto, le risorse genetiche autoctone danno un contributo al ‘terziario verde’ di natura non commerciale.
Nella scelta del riproduttore maschio si è fatto riferimento alla valutazione morfologica di soggetti giovani allevati in aziende rappresentative presenti su tutto il territorio regionale, alla performance funzionale e della parentela, per minimizzare la consanguineità senza compromettere le produzioni. La scelta è ricaduta su un soggetto giovane, detenuto da un allevatore della regione in provincia di Cosenza, il cui punteggio di valutazione morfo-funzionale certificato viene ritenuto soddisfacente per le finalità da perseguire.
L’immissione nell’allevamento del toro e avvenuta nel mese di ottobre del 2019, seguendo un piano di fecondazione programmato su un nucleo di femmine recettive, i nuovi nati sono stati immatricolati e registrati nel 2020 per come riportato nel prospetto di seguito:
I risultati ottenuti, considerato che altri soggetti dovrebbero nascere nell’immediato futuro, possono ritenersi soddisfacenti e consentiranno di tesaurizzare la genetica del bovino di razza Podolica di ceppo calabrese, ridurre la consanguineità mediante fecondazioni programmate ed incrementare il numero di capi presenti e creare banche di materiale genetico di razza bovino podolico di ceppo calabrese.
Roberto BONOFIGLIO Direttore CSD ARSAC Val di Neto