L’ARSAC, da sempre impegnata nella salvaguardia della biodiversità regionale ha avviato di recente un percorso di recupero del pomodoro “Campanella o a Mazzetto ” un ecotipo a forte rischio di estinzione coltivato nel territorio di Rose e poi esteso ai comuni limitrofi (testimonianze orali attestano la coltivazione di questo prodotto da oltre 100 anni). I semi vengono autoriprodotti dalle singole aziende agricole, mentre il ciclo produttivo negli anni non è stato influenzato in nessun modo dal progresso tecnologico seguendo gli schemi di coltivazione tramandati da generazione in generazione. Seguendo le indicazioni delle popolazioni locali la coltivazione avviene, come si dice nei luoghi di produzione, in irriguo.
La messa a dimora avviene in due modi o distribuendo direttamente il seme nel terreno in una buca abbastanza ampia e zappata profondamente a fine marzo, oppure le piantine vengono messe a dimora nel terreno nel periodo che va dal l’ultima decade di Aprile in poi fino quasi alla metà di giugno. Le ultime ad essere piantate, soprattutto nelle zone più alte, daranno il frutto tardivo che può arrivare a maturazione anche fino ala fine di ottobre.
La pianta a sviluppo indeterminato, si presenta di taglia media (150-200 cm). La fruttificazione avviene in grappoli con 4-6 frutti. Le bacche, di peso medio tra i 50 e 70 gr, allo stato verde presentano una caratteristica forma trilobata (con tre costolature ed umbone evidente), meno accentuata alla maturazione che tende ad assumere forma fra quadrata e sferica, di colore rosso.
Segnalato nell’areale di Rose (CS) come resistente alle malattie più comuni. Vengono apprezzati sul mercato sia per consumo fresco o trasformato, venduto appena raccolto, che nella tipica forma conservata appesa in grappoli nei “granai” come d’uso nella tradizione dei luoghi di origine, destinato al consumo invernale fino al mese di marzo per la preparazione di salse.
Sono stati attivati dei campi di coltivazione ex situ, in una serra “screen house” nel CSD ARSAC di Molarotta, al fine di valutare l’ecotipo in tutte le sue espressioni biologiche e produttive e di avviare una campagna di riproduzione del seme a salvaguardia dell’ecotipo.
(gruppo Biodiversità ARSAC: M. Bruno, M. Falbo, F. Petrillo, U. Adimari, Mario Di Domenico )
L’Arsac nell’ambito del programma di lavoro sulla salvaguardia della biodiversità vegetale e animale di interesse agrario condotto dall’Azienda ha avviato, anche per questa varietà di fagiolo, una serie di attività riguardanti l’individuazione, la raccolta, la moltiplicazione, la conservazione, la raccolta documentale e la valorizzazione del prodotto nel territorio di origine. Quest’attività di recupero che l’Ente svolge da anni, è rafforzata dal provvedimento legislativo, la legge regionale n. 14 del 2018, di cui si è dotata la Regione Calabria per salvaguardare e tutelare tutta la Biodiversità agraria regionale.
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